mercoledì 13 novembre 2013

Anche per te, Kuki


Ho conosciuto Annamaria (Kuki) alla fine del suo percorso professionale e, purtroppo, di vita. Un viaggio, quello della sua vita, intenso e produttivo. Instancabile sotto il profilo professionale e pieno da un punto di vista relazionale. 
Da poco ero diventato vice-presidente alla SPES, in un momento non certo facile, le devo molto.
Di lei ho apprezzato subito, oltre ad una grande passione e conoscenza della ginnastica (cosa, soprattutto quest'ultima, non così frequente), una straordinaria visione d'insieme.
Il suo rapporto con la palestra era totale. Non vi era cosa, da quella più banale a quella più complessa che non meritasse una sua attenzione.
Ho percepito la sua forza, la sua lotta, negli ultimi giorni della sua esistenza. Nonostante l'intima conoscenza dell'avvicinarsi del suo momento, non ha mai voluto lasciarci soli. La ricordo pochi giorni prima della sua morte, a commentare a bordo pedana la gara "delle sue ragazze", a dispensare consigli e perfino, in quel momento, faticosi sorrisi.

Ho pianto come tutti quando ci ha lasciati. 

Ho conservato questa frase, scritta da una delle tante persone che sono venute a contatto con lei in palestra, mi perdonerà se mi permetto di usarla. Racchiude l'immagine che ho, e che credo tutti abbiamo, di Kuki, ma soprattutto contiene il senso di un insegnamento perenne.

Cara Kuki grazie di aver messo tante volte le nostre figlie "in riga", a tutte hai insegnato a fare il punto del proprio lavoro, e questo è stato un insegnamento prezioso anche per la vita. Grazie Kuki per aver sostenuto incoraggiato coccolato anche chi nell'artistica aveva cuore e non muscoli come noi. Abbiamo il cuore pieno di immagini tue e tutte con il sorriso.

Ecco, ancora oggi, mi capita - soprattutto nei momenti difficili in palestra - di pensare a cosa mi avrebbe suggerito di fare Kuki, a quale sarebbe stata la sua lettura dei fatti. Mi aiuta a non mollare.

Anche per te Kuki.

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