Per una società sportiva, avere tre ragazzi tra i primi 6 di un Campionato Italiano di Categoria di Ginnastica Artistica (chi conosce la ginnastica comprende le difficoltà solo a fare un esercizio in ognuno dei 6 attrezzi!) ha un significato enorme e straordinario. Sapere che il 50% dei primi 6 italiani di quella categoria, si allenano nella "tua" palestra, fa quasi venire le vertigini.
I ragazzi di Matteo Centazzo sono stati stati immensi. Nicolò Mozzato, il più piccolo del gruppo è giunto terzo, davanti di pochissimo al compagno Filippo Castellaro (quarto) e di poco avanti all'altro compagno Stefano Patron (sesto).
E' un gruppo straordinario che - lo ribadiamo ancora una volta - ha il futuro tra le mani.
Ho messo però quel "ma" finale. Non me ne vogliano i ragazzi, Matteo e i genitori. Dobbiamo essere onesti avevamo pregustato qualcosa di diverso, non nascondiamoci.
Filippo, Stefano e Nicolò giungevano a Mortara, dopo le qualificazioni regionali, con i tre migliori punteggi italiani. Avevamo forse sognato in grande (non c'è nulla di male). Una sfida interna dove si tifava per la ginnastica, per la SPES. Forse qualcuno aveva anche visto (umilmente mi annovero tra questi) che il più piccolo del gruppo, Nicolò, avrebbe sfruttato l'eterna rivalità tra Filippo e Stefano (quest'anno ancora più ad altissimi livelli) mettendo in pratica l'antico proverbio.
Invece qualcosa è mancato. Una piccola sfumatura, l'errore che non ti aspetti, l'imperfezione proprio nella gara decisiva. Per carità, questo è lo sport. Non è la prima volta e nemmeno sarà l'ultima volta. Ma, un pizzico di amaro in bocca ci è rimasto. Alle finali nazionali, nonostante tutto, non siamo mai riusciti, con questo gruppo a superare quel terzo gradino (Filippo nel 2010, Nicolò nel 2012 e ancora quest'anno) del podio. Una sorta di maledizione. Questo, beninteso, senza nulla togliere a coloro i quali meritatamente hanno occupato il primo e il secondo posto.
Un amaro che si addolcirà ben presto e che sono sicuro, darà nuovi stimoli a tutti.