domenica 24 novembre 2013

Straordinari ragazzi, ma.....

Per una società sportiva, avere tre ragazzi tra i primi 6 di un Campionato Italiano di Categoria di Ginnastica Artistica (chi conosce la ginnastica comprende le difficoltà solo a fare un esercizio in ognuno dei 6 attrezzi!) ha un significato enorme e straordinario. Sapere che il 50% dei primi 6 italiani di quella categoria, si allenano nella "tua" palestra, fa quasi venire le vertigini.

I ragazzi di Matteo Centazzo sono stati stati immensi. Nicolò Mozzato, il più piccolo del gruppo è giunto terzo, davanti di pochissimo al compagno Filippo Castellaro (quarto) e di poco avanti all'altro compagno Stefano Patron (sesto).


E' un gruppo straordinario che - lo ribadiamo ancora una volta - ha il futuro tra le mani.

Ho messo però quel "ma" finale. Non me ne vogliano i ragazzi, Matteo e i genitori. Dobbiamo essere onesti avevamo pregustato qualcosa di diverso, non nascondiamoci. 
Filippo, Stefano e Nicolò giungevano a Mortara, dopo le qualificazioni regionali, con i tre migliori punteggi italiani. Avevamo forse sognato in grande (non c'è nulla di male). Una sfida interna dove si tifava per la ginnastica, per la SPES. Forse qualcuno aveva anche visto (umilmente mi annovero tra questi) che il più piccolo del gruppo, Nicolò, avrebbe sfruttato l'eterna rivalità tra Filippo e Stefano (quest'anno ancora più ad altissimi livelli) mettendo in pratica l'antico proverbio.

Invece qualcosa è mancato. Una piccola sfumatura, l'errore che non ti aspetti, l'imperfezione proprio nella gara decisiva. Per carità, questo è lo sport. Non è la prima volta e nemmeno sarà l'ultima volta. Ma, un pizzico di amaro in bocca ci è rimasto. Alle finali nazionali, nonostante tutto, non siamo mai riusciti, con questo gruppo a superare quel terzo gradino (Filippo nel 2010, Nicolò nel 2012 e ancora quest'anno) del podio. Una sorta di maledizione. Questo, beninteso, senza nulla togliere a coloro i quali meritatamente hanno occupato il primo e il secondo posto.

Un amaro che si addolcirà ben presto e che sono sicuro, darà nuovi stimoli a tutti.




mercoledì 13 novembre 2013

Anche per te, Kuki


Ho conosciuto Annamaria (Kuki) alla fine del suo percorso professionale e, purtroppo, di vita. Un viaggio, quello della sua vita, intenso e produttivo. Instancabile sotto il profilo professionale e pieno da un punto di vista relazionale. 
Da poco ero diventato vice-presidente alla SPES, in un momento non certo facile, le devo molto.
Di lei ho apprezzato subito, oltre ad una grande passione e conoscenza della ginnastica (cosa, soprattutto quest'ultima, non così frequente), una straordinaria visione d'insieme.
Il suo rapporto con la palestra era totale. Non vi era cosa, da quella più banale a quella più complessa che non meritasse una sua attenzione.
Ho percepito la sua forza, la sua lotta, negli ultimi giorni della sua esistenza. Nonostante l'intima conoscenza dell'avvicinarsi del suo momento, non ha mai voluto lasciarci soli. La ricordo pochi giorni prima della sua morte, a commentare a bordo pedana la gara "delle sue ragazze", a dispensare consigli e perfino, in quel momento, faticosi sorrisi.

Ho pianto come tutti quando ci ha lasciati. 

Ho conservato questa frase, scritta da una delle tante persone che sono venute a contatto con lei in palestra, mi perdonerà se mi permetto di usarla. Racchiude l'immagine che ho, e che credo tutti abbiamo, di Kuki, ma soprattutto contiene il senso di un insegnamento perenne.

Cara Kuki grazie di aver messo tante volte le nostre figlie "in riga", a tutte hai insegnato a fare il punto del proprio lavoro, e questo è stato un insegnamento prezioso anche per la vita. Grazie Kuki per aver sostenuto incoraggiato coccolato anche chi nell'artistica aveva cuore e non muscoli come noi. Abbiamo il cuore pieno di immagini tue e tutte con il sorriso.

Ecco, ancora oggi, mi capita - soprattutto nei momenti difficili in palestra - di pensare a cosa mi avrebbe suggerito di fare Kuki, a quale sarebbe stata la sua lettura dei fatti. Mi aiuta a non mollare.

Anche per te Kuki.