mercoledì 30 ottobre 2013

Dai Camilla....continua così

Qualche giorno fa, scherzavamo con le ragazze della sezione aerobica, sulla massiccia presenza di ... Camilla. Quel giorno erano ben tre su cinque ragazze che si stavano allenando. "Se non ti chiami Camilla è meglio non iniziare nemmeno".


Camilla, non ci ha delusi. Solo un piccolo decimo di punto le ha impedito di conquistare la Coppa Italia allieve. Un'inezia, un giudizio più sul piano artistico che dell'esecuzione, ma una posizione strameritata e cercata, con tenacia.

Mentre scrivevo il comunicato stampa per il suo secondo posto, pensavo alle volte che la incrocio in palestra. Camilla è sempre seria, perfino nel volto, lavora con determinazione e con grande forza. Non ricordo di averla mai vista sbuffare o tirarsi indietro. Per i suoi 11 anni a volte mi è sembrato quasi esagerato. Naturalmente mamma e papà, e perfino i suoi tecnici, potranno dissentire da queste mie affermazioni. Sono solo frutto di brevi osservazioni.

Ma, la cosa che mi ha sempre colpito di Camilla e la sua trasformazione quando entra in pedana. Si lascia trasportare dal suo esercizio, i movimenti si susseguono velocemente e con grande ritmo, mentre lei, quasi senza fatica, sorride colma di gioia. L'immagine che mi viene in mente è quella di Billy Elliot (ricordate quel film di Stephem Daldry del 2000, sul ragazzo, coetaneo di Camilla, che amava la danza oltre ogni cosa). Naturalmente il contesto è completamente divers ma, a Billy Elliott del film, quando gli chiesero cosa provava ballando rispose "un fuoco che mi brucia dentro, sono elettricità pura, entro in un mondo mio e mi scordo il resto".

Non so cosa Camilla provi durante i suoi esercizi (sarà lei a dircelo se ne avrà voglia), sappiamo tutti però che sono ben fatti e belli da vedere. Dai Camilla, continua così, divertiti.




giovedì 17 ottobre 2013

Ciao Silvia, e grazie!


Spesso i tecnici lasciano le società sportive sbattendo le porte. In genere in polemica con qualcuno, altre volte alla ricerca di situazioni migliori. Appartiene alla storia dello sport, e del genere umano, nessun problema.
Il caso di Silvia è diverso. Lascia la società perchè cambia la sua vita. Scelta coraggiosa, avventurosa e, per quanto mi riguarda, bella, comprensibile e stimolante.

Certo Silvia lascia un grande vuoto alla SPES. Ne sanno qualcosa le sue allieve, quelle che lei definiva, le mie "polente al sugo", e che da anni seguono, perfino nel torrido caldo estivo, i suoi insegnamenti. Nulla di strano verrebbe da dire. Invece per le "ragazze di Silvia" lo è. Le sue allieve predilette non sono ginnaste nel senso classico, non sono agoniste e forse (il mai preferisco in ogni cosa non usarlo) non lo diventeranno mai. Sono bambine, alcune già adolescenti, che grazie ai suoi insegnamenti (non solo sportivi) hanno imparato ad amare questo bellissimo sport, ad aggiungere ogni volta una piccola conquista, un gesto, una difficoltà (per altri perfino troppo facili). Una sfida in primo luoghi con se stesse. 

E' prassi che superata una certa età, che nella ginnastica femminile è ampiamente pediatrica, o si è brave (molto) o si cambia sport. Altre cose sono perfino, in certi occasioni, mal viste. L'esperienza di queste ragazze è oggettivamente in controtendenza. Ecco perché, in qualche modo, rappresentano un patrimonio della nostra società. Vederle entrare in palestra sorridenti, lavorare contente e partecipare alle attività con immutato entusiasmo è piacevole.


Ieri sera ho assistito ai saluti solcati di lacrime della ragazze. In questi giorni ho letto i commenti su Facebook delle più grandi, alcuni commoventi, altri forse infantili e infine altri ancora adulti e prepositivi.
Voglio prendere una promessa fatta da una delle ragazze alla fine del suo messaggio di saluto: "Quando torni saprò fare tutte e tre le spaccate, te lo prometto". Ecco questo impegno è per Luana e Yamira che continueranno a seguire le "polente al sugo" di Silvia.

Naturalmente Silvia lascia tante altre cose, gli altri due gruppi di allieve e i corsi serali. Così come sono sicuro che Silvia porterà con sé questa esperienza, perchè è sempre vero che il rapporto insegnante-allievo arricchisce entrambi. A noi resteranno il suo sorriso e la sua splendida voce (apprezzata durante l'ultima Accademia).

Ciao Silvia, grazie. Continua a sorridere.






lunedì 14 ottobre 2013

L'eterno secondo

Questo post lo dedico con grande piacere a Stefano. La rivalità nello sport è il sale. Grazie ad essa si migliora, si cresce e si trovano nuovi stimoli. Certo la sfida è un continuo altalenare tra il superare i propri limiti e il confronto con gli altri. 
Spesso gli altri sono i tuoi amici, quelli con cui sei cresciuto in palestra.
Era l'ottobre del 2008 quando Stefano, nel Campionato Regionale di Categoria, fu superato la prima volta da Filippo, suo compagno di allenamento e amico fraterno. Entrambi avevano 9 anni.
Da allora, ed ad ogni prova regionale (e a molte interregionali), Stefano si è accomodato sul secondo gradino del podio, guardando dal basso all'alto, e con immutato affetto, l'amico Filippo. Una rivalità che ha giovato ad entrambi. I due ragazzi crescevano, diventavano sempre più bravi e le famiglie stringevano solidi e duraturi legami di amicizia.
Un giorno Stefano riuscì perfino ad eguagliare il punteggio di Filippo (cosa non facile nella ginnastica artistica dopo una rotazione ai sei attrezzi), ma, ironia della sorte, il regolamento prevedeva che al più giovane fossero concessi gli onori della vittoria. Ancora una volta Stefano guardò Filippo salire su quel gradino più alto. Sembrava una storia destinata e rimanere tale in eterno.


Sabato scorso Stefano ha battuto Filippo, per la prima volta.
Salire sul podio più alto, è stata per lui una gioia immensa. Una catarsi.


E' stato bello - bisogna essere onesti - vederlo commosso alzare al cielo la coppa. In un podio composto da tutti atleti della SPES (oltre a Filippo, sul terzo gradino il sorridente, e più piccolo, Nicolò che già inizia a dare del filo da torcere ai due più grandi). Filippo sportivamente ha accettato questa "sconfitta" (siamo chiari a nessuno piace perdere, quanto meno a super-Pippo!), perchè i sentimenti e le relazioni sono sempre più importanti.


Sabato si è infranto un tabù. Da domani la rivalità tornerà ad essere forte e ognuno, siamo sicuri, si impegnerà al massimo. A noi non resta che essere orgogliosi di questi tre splendidi ragazzi, che siamo sicuri ci regaleranno, insieme, ancora molte e molte emozioni.

Naturalmente, in gara, che vinca il migliore!